venerdì 13 novembre 2015

Una sconfitta del diritto

di Veronica Capucci 







Nonostante le denunce e le lotte portate avanti da varie associazioni e dai senatori PD Luigi Manconi e Maria Cecilia Guerra, per la sorte di Henrique Pizzolato, italo-brasiliano, ex direttore marketing del Banco do Brasil, non c’è stato nulla da fare. Lo scorso 22 ottobre è stato infatti estradato in Brasile,  dove era stato condannato a 12 anni e 7 mesi per reati di corruzione e riciclaggio nel cosiddetto scandalo “Menselao”, la tangentopoli  scoppiata  nel paese sud-americano nel 2005. Il nostro connazionale, dopo essere stato arrestato a Maranello il 5 febbraio 2014, stava già scontando la pena  da un anno nel carcere Sant’ Anna di Modena. Il sistema carcerario del Brasile è uno dei peggiori al mondo. 

sabato 7 novembre 2015

Manconi e Kyenge chiedono notizie di Pizzolato

Martedì 3 novembre il senatore Luigi Manconi e l’europarlamentare Cecile Kyenge hanno partecipato all’incontro organizzato a Palazzo Europa sul tema “Reato di razzismo e libertà d’opinione”.

Prima dell’incontro Manconi e Kyenge hanno approfittato della presenza di Andrea Haas e dell’avvocato Alessandro Sivelli per avere notizie sulla condizione di Henrique Pizzolato, estradato nel carcere di Papuda, a Brasilia, il 22 ottobre scorso. E' possibile vedere alcune immagini registrate da un’emittente locale cliccando sull'immagine qui sotto.



mercoledì 28 ottobre 2015

Presidente Renzi, Ministro Orlando, perchè?



Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso, il Governo italiano ha deciso di consegnare Henrique Pizzolato ad alcuni funzionari brasiliani perchè lo prelevassero dal carcere di Modena, in Italia, e lo conducessero in quello di Papuda, in Brasile.
Solo tre giorni prima, il 19 ottobre, "Human Rights Watch" ha pubblicato l'ennesimo rapporto sulle disumane condizioni delle prigioni brasiliane. 
Le prigioni di cui si parla nel rapporto e che si possono vedere qui, sono quelle dello Stato di Pernambuco. Henrique Pizzolato è stato tradotto in un altro carcere, di un altro Stato. Ma il sistema penitenziario è lo stesso.
Ora che Henrique non è più qui e che l'angoscia per le sue condizioni non può avere risposta come avrebbe potuto se fosse rimasto in Italia, a maggior ragione sentiamo il bisogno di chiedere: Presidente del Consiglio Renzi, Ministro della Giustizia Orlando, potete fornire una sola buona ragione, comprensibile al senso di dignità e di giustizia di persone comuni come noi, per giustificare la vostra decisione di consegnare un cittadino italiano, Henrique Pizzolato, a quel sistema penitenziario? L'esito dell'iter processuale italiano, peraltro contraddittorio e pieno di anomalie, non rende conto della vostra scelta, ma fornisce solo una fragilissima garanzia di rispetto delle formalità. La scelta e le motivazioni che sottendono tale scelta sono soltanto vostre: Presidente Renzi, Ministro Orlando, perchè?
(Comitato Giustizia per Pizzolato)

martedì 27 ottobre 2015

Il gioco politico della Corte suprema e gli spettatori catatonici

di Miguel do Rosário. Dal Blog - o cafezinho
Il Brasile guarda lo show quotidiano di orrore delle cospirazioni dei media&giudiziario con una stanchezza catatonica. Il colpo per l’impeachment di Dilma Rousseff è stato sospeso per tempo indeterminato, ma si torna al circo di sempre, con diritto ad un revival penoso di quello che è stato, per così dire, il colpo originario: il giudizio farsa del “mensalão”. Il PT (partito dei lavoratori) ed il governo hanno rifiutato, per paura, tattiche sbagliate e incompetenza politica (molto probabilmente tutte e tre insieme), di costruire una strategia per combattere questo colpo di stato e hanno lasciato che la diffusione della malattia contaminasse l'intero Stato. Ora i pubblici ministeri e giudici vogliono fare giustizia con le proprie mani e, per fare ciò, dispensano prove e creano teorie infarcite dei loro desideri e rancori politici. 

venerdì 23 ottobre 2015

Fini e mezzi



Signor Ministro Orlando, signori funzionari del Ministero della Giustizia, membri del Governo,

l’odissea giudiziaria di un vostro e nostro concittadino, Henrique Pizzolato, si è conclusa nel peggiore dei modi: per lui, per noi e per voi.
Per lui perché appena rientrato in Brasile sarà sottoposto a pressioni psicologiche enormi e probabilmente a forme di violenza, ricatti, ritorsioni dalle proporzioni imprevedibili e su cui nessuno, non certo i consoli italiani o i vostri rappresentanti in Brasile potranno vigilare. A dimostrazione di quanto andiamo sostenendo da mesi, i disordini, le evasioni, gli scioperi, il rischio di rivolta che il carcere di Papuda, carcere in cui sarà trasferito Henrique, sta vivendo in questi giorni danno la misura dell’irresponsabilità della vostra scelta.
Per noi, perché abbiamo visto all’opera quello che solo sospettavamo: lo scollamento della politica dalla realtà delle persone comuni, l’assenza di diritti certi ed esigibili, la discrezionalità politica delle decisioni dei tribunali, il prevalere degli interessi di parte (grandi o meschini che siano) sul diritto e la giustizia.

giovedì 22 ottobre 2015

Ci sentiamo presi in giro

di Luigi Manconi e Cecilia Guerra


Bastava dirlo. Bastava dirlo e si sarebbe risparmiata la mobilitazione, drammaticamente rivelatasi vana, di tante brave persone e di tanti uomini e donne di buona volontà. E si sarebbero risparmiate le petizioni, le interrogazioni, le interlocuzioni con autorità grandi e piccole. Bastava saperlo, che Herique Pizzolato rappresentava la merce di scambio per ottenere l'estradizione in Italia di Pasquale Scotti, già esponente della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. E, infatti, il 21 ottobre, il Supremo tribunale federale brasiliano si è pronunciato a favore dell'estradizione in Italia di Scotti, un latitante condannato a diversi ergastoli per omicidio, estorsione e vari altri reati associativi: e a partire dal giorno successivo (oggi, 22 ottobre), Henrique Pizzolato, detenuto in Italia dove sconta una pena per reati finanziari, può essere inviato in Brasile. Potremmo definirlo "uno scambio ineguale" e siamo costretti a ribadire che la sorte dell'italiano Pizzolato nel circuito penitenziario brasiliano, uno dei peggiori al mondo, è sottoposta a gravissimi rischi. Bastava saperlo, che questo era l'esito già da tempo scritto e ci saremmo messi l'animo in pace. Senza dare immeritato credito alle parole provenienti da alte autorità italiane sulle "incrollabili garanzie a tutela di Pizzolato e dei suoi diritti" e sul fatto che si sarebbe deciso "senza alcuna fretta". Lo si è visto.

mercoledì 21 ottobre 2015

Ministro, è consapevole delle conseguenze della sua decisione?

di Andrea Haas
Da Il Manifesto del 21 ottobre 2015. Mio marito, su Sua decisione, sta per essere estradato in un paese con un sistema carcerario che, come Lei sa, sottopone i detenuti e i loro familiari a condizioni disumane, lesive della loro dignità.


Egre­gio Mini­stro della Giu­sti­zia Andrea Orlando,
mi chiamo Andrea Haas e sono la moglie di Hen­ri­que Piz­zo­lato. Abbiamo avuto modo di incon­trarci durante un suo pas­sag­gio a Sas­suolo, la scorsa estate. Mio marito, su Sua deci­sione, sta per essere estra­dato in un paese con un sistema car­ce­ra­rio che le stesse auto­rità giu­di­zia­rie che lo ammi­ni­strano defi­ni­scono al col­lasso e che, come Lei sa, sot­to­pone i dete­nuti a con­di­zioni disu­mane, lesive della loro dignità e dei loro diritti fondamentali.

martedì 20 ottobre 2015

Salviamo Henrique Pizzolato, la sua vita e i suoi diritti

di Luigi Manconi 
Tra quarantott'ore Henrique Pizzolato potrebbe essere estradato in Brasile. Pizzolato è cittadino italiano, oltre che titolare della cittadinanza brasiliana, e attualmente si trova nel carcere di Modena, dove sta scontando la pena a dodici anni e mezzo di reclusione, inflittagli in Brasile.

lunedì 19 ottobre 2015

La Comunità del Villaggio al Ministro Orlando



Modena, 19 ottobre 2015


Signor Ministro Andrea Orlando,

senza che intervenga prima una sua decisione, è probabile che giovedì prossimo, 22 ottobre, solerti funzionari brasiliani saranno pronti a eseguire il trasferimento di Henrique Pizzolato nel carcere a cui l’avete destinato.
Ancora una volta, come il 23 giugno e come lo scorso 7 ottobre, ci troviamo in un angosciante conto alla rovescia. Anche solo questo balletto di ultimatum e rinvii basterebbe a rivelare l’anomalia del processo di estradizione a cui il Governo sta sottoponendo un suo cittadino e l’indifferenza nei confronti della sua dignità di essere umano.
Ancora una volta tentiamo di esprimerle la preoccupazione che nutriamo per il destino di Henrique e l’amarezza per come il nostro paese e il Governo che l’amministra sta eludendo, “all’ombra della legge”, i suoi fondamentali principi democratici.

venerdì 16 ottobre 2015

Gli avvocati del sindacalista scrivono al ministro Orlando

di Geraldina Colotti

La difesa del sin­da­ca­li­sta italo-brasiliano Hen­ri­que Piz­zo­lato ha inviato alla stampa copia della let­tera indi­riz­zata al mini­stro della Giu­sti­zia Andrea Orlando. La rela­zione dell’avvocato Ales­san­dro Sivelli rias­sume la vicenda di Piz­zo­lato e chiede che venga sospeso il prov­ve­di­mento di estra­di­zione, fis­sato per il pros­simo 22 otto­bre.

martedì 13 ottobre 2015

Prima che sia troppo tardi

Il 9 ottobre i senatori Manconi e Guerra hanno firmato una nuova interrogazione parlamentare diretta al Ministro della Giustizia Orlando.

"Il differimento della estradizione di Henrique Pizzolato, disposto dal ministero della Giustizia, doveva essere l'occasione per una ulteriore riflessione sulle garanzie che il Brasile è in grado di offrire sulle condizioni della sua carcerazione. Ma non sembra proprio così: l'estradizione è stata infatti confermata a partire dal prossimo 22 ottobre. Una volta in Brasile, Pizzolato sarà rinchiuso nell'ala dei vulnerabili della prigione di Papuda. Si tratta di una soluzione provvisoria e precaria.
Il regolamento penitenziario brasiliano, infatti, prevede che la permanenza di Pizzolato nell'ala dei vulnerabili non si dovrà protrarre oltre il 2016: a meno di non violare il suo dritto a passare da un regime chiuso ad un regime aperto. 

Oltretutto, in Brasile, l'esistenza stessa di questa ala è messa in discussione, in quanto è attesa una pronuncia sulla sua costituzionalità, dal momento che riserva ad alcuni detenuti un trattamento privilegiato rispetto ad altri. Infine, il Ministero della Giustizia, animato da una incomprensibile fretta di chiudere il caso, dovrebbe riflettere su quanto scrive un folto gruppo di avvocati brasiliani in un appello rivolto al Presidente del Supremo Tribunale Federale del Brasile, dove sono confermati dubbi sul rispetto dei diritti umani nell’ala dei vulnerabili cui è destinato il Pizzolato. Considerato tutto ciò chiediamo al Ministro Andrea Orlando: davvero pensa di avere garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti umani nelle carceri brasiliane, per tutta la durata della pena, per il nostro e suo connazionale Henrique Pizzolato? Se la sente in queste condizioni di assumersi la responsabilità di una estradizione?"


domenica 11 ottobre 2015

Dal Tg3 del 7 ottobre


Mercoledì 7 ottobre, nell'edizione delle 14.20, è andato in onda questo servizio. Finalmente curato e ben fatto (tolta la presentazione di Henrique Pizzolato come di un "imprenditore" italo-brasiliano).


sabato 10 ottobre 2015

Interrogazione parlamentare senatori Manconi e Guerra

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
GUERRAMANCONI Al Ministro della giustizia 



Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
- con ordinanza del 22 settembre 2015, il Consiglio di Stato ha respinto l'appello del cittadino italo-brasiliano Henrique Pizzolato, detenuto nel carcere di Modena, avverso il diniego del Tar del Lazio di sospendere l'esecuzione del decreto di estradizione dall'Italia in Brasile. A seguito del provvedimento emesso dal Ministero della giustizia il 1° ottobre, la consegna dell'estradando alle autorità brasiliane avrà luogo il primo giorno possibile, a partire dal 7 ottobre 2015;
- il 28 settembre 2015 la procura di Modena, dietro richiesta del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero, ha dato il proprio nulla osta all'estradizione di Pizzolato, "salva l'operabilità della causa di sospensione dell'estradizione di cui all'articolo 709, comma 1, del cpp., poiché è stato chiesto rinvio a giudizio del Pizzolato, e l'udienza preliminare è stata fissata davanti al GIP per il 14 dicembre 2015";
- il codice di procedura penale stabilisce infatti, all'art. 709, comma 1, primo periodo, che: "L'esecuzione dell'estradizione è sospesa se l'estradando deve essere giudicato nel territorio dello Stato o vi deve scontare una pena per reati commessi prima o dopo quello per il quale l'estradizione è stata concessa";
- l'estradizione di Pizzolato violerebbe il suo fondamentale diritto alla difesa, in un procedimento giudiziario davanti a un tribunale italiano, tutelato dalla nostra Costituzione, che all'articolo 24, secondo comma, recita: "La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento";
- il 1° ottobre, alle ore 22.21, la deputata brasiliana Renata Bueno ha postato sul suo profilo "Facebook" un post, che inizia così: "O advogado do governo da Itália Giuseppe Albenzio comunicou nesta quinta-feira a deputada ítalo-brasileira Renata Bueno que o Ministério da Justiça italiano autorizou a extradição do ex-diretor do Banco do Brasil Henrique Pizzolato, condenado a 12 anos e 7 meses de prisão no processo do mensalão, a partir do próximo dia 7 de outubro. O comunicado já foi assinado e será enviado ao Ministério de Relações Exteriores do Brasil". ("L'avvocato del Governo italiano Giuseppe Albenzio ha comunicato alla deputata italo-brasiliana Renata Bueno che il Ministero della giustizia italiano ha autorizzato l'estradizione dell'ex direttore della Banca del Brasile Henrique Pizzolato, condannato a 12 anni e sette mesi di carcere nel processo del "Mensalao", a partire dal prossimo 7 ottobre"),

si chiede di sapere:
- se il Ministro in indirizzo non ritenga di dovere intervenire con urgenza per sospendere l'estradizione di Henrique Pizzolato, attualmente detenuto nel carcere di Modena, e permettergli di difendersi nel processo penale a suo carico, pendente presso il tribunale di Modena, nel rispetto dell'articolo 24 della Costituzione e dell'art. 709, comma 1, del codice di procedura penale;
- se non ritenga di dovere intervenire in merito al fatto che, per iniziativa a quanto risulta agli interroganti dell'avvocato del Governo italiano, Giuseppe Albenzio, la deputata Bueno abbia saputo e comunicato alla stampa brasiliana la notizia dell'autorizzazione all'estradizione di Pizzolato ad opera del Ministero della giustizia, prima che tale notizia venisse comunicata a Pizzolato stesso e alla direzione del carcere di Modena.

venerdì 9 ottobre 2015

L’onorevole Bueno: la carriera prima dei diritti



Grandi interessi internazionali o meschini interessi di carriera politica? Quali dei due stanno condizionando maggiormente il calvario giudiziario di Henrique Pizzolato? I primi li può intuire chiunque: il contenzioso con lo stato del Brasile per il caso Battisti; la sproporzione tra la forza economica del Brasile e quella dell’Italia; la paura che un conflitto diplomatico metta a repentaglio investimenti e operazioni finanziarie e via di seguito.
Meno percepibili i secondi, che però, insieme all’ottusità delle macchine burocratiche di governi e tribunali, possono fare danni altrettanto gravi. Compreso passare con indifferenza sopra i diritti civili e umani delle persone. Un esempio evidente di quest’ordine di interessi è rappresentato dall’onorevole Renata Bueno.
Renata Bueno è una deputata italo-brasiliana eletta alla Camera nella circoscrizione estera dell’Unione Sudamaericana degli Emigrati Italiani e attualmente membro del Comitato permanente per i diritti umani della Commissione Esteri della Camera.
Non troviamo modo più efficace per mostrare gli interessi di Renata Bueno nel processo di estradizione di Henrique Pizzolato  che "incollare" di seguito alcune sue dichiarazioni, suggerendo di prestare attenzione alle date in cui tali dichiarazioni sono state espresse. Le conclusioni che si possono trarre sono evidenti senza bisogno di grandi commenti.

giovedì 8 ottobre 2015

Balletti



Con un telefax “urgentissimo” firmato dal Direttore generale della giustizia penale Raffaele Piccirillo, arrivato in mano alla stampa Brasiliana prima che ai diretti interessati, il Ministero della Giustizia ha reso operativo il procedimento di estradizione di Henrique Pizzolato. A partire da ieri, mercoledì 7 ottobre, Pizzolato potrà essere consegnato alle autorità brasiliane.
Nel frattempo, dopo i balletti convulsi di ieri, indegni di un paese civile, che davano imminente la partenza di Henrique, poi sospesa (non si sa ancora bene né da chi, né perché), l’eurodeputata Cécile Kyenge ha diretto un’interrogazione all’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini.
L'europarlamentare Kyenge ha chiesto infatti di conoscere quali iniziative intende sollecitare l'Unione Europea "per evitare che i cittadini europei attualmente detenuti nelle prigioni europee possano essere estradati in Brasile in violazione dell‘art. 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”.
L’estradizione, secondo la Kyenge, è stata ottenuta "sul presupposto che il signor Pizzolato venga tradotto presso una sezione speciale e protetta dell’amministrazione penitenziaria, denominata "Ala dei vulnerabili", nel carcere di Papuda, in Brasile, dove il detenuto non dovrebbe essere sottoposto a trattamenti inumani".
Secondo l'europarlamentare, però, "risulta che tale struttura carceraria non sia attualmente in funzione e che la sua stessa legittimità sia ancora sottoposta al vaglio del sistema giudiziario brasiliano".
Dello stesso parere la senatrice modenese Maria Cecilia Guerra, una delle più attive a difesa dei diritti di Pizzolato, che insieme al collega Luigi Manconi ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per unirsi all’appello già rivolto dall’associazione di volontariato “Carcere e Città” affinché venga disposto un rinvio del provvedimento. 
Se la sospensione dell’estradizione sia arrivata dall’Europa o dal Quirinale quali sono le motivazioni di chi ha stabilito il rinvio non è dato sapere.

Appello al Presidente della Repubblica



Modena, 5 ottobre 2015

All’attenzione del PRESIDENTE della REPUBBLICA ITALIANA


Egregio signor Presidente della Repubblica,
chi Le scrive è un gruppo di cittadini volontari modenesi che fa riferimento all'associazione "Carcere e Città". Da tempo conosciamo e condividiamo il calvario di Henrique Pizzolato e della sua famiglia. Henrique Pizzolato è un cittadino italo/brasiliano attualmente detenuto nell’istituto penitenziario di Modena, con procedimento penale pendente in Italia e con richiesta di estradizione da parte del governo Brasiliano.
Non abbiamo la presunzione di entrare nel merito di una valutazione circa l'innocenza o colpevolezza del sig. Pizzolato, ma piuttosto di ribadire alcune considerazioni, a parer nostro essenziali:

mercoledì 7 ottobre 2015

Non estradate Pizzolato. Appello al presidente Mattarella

di Geraldina Colotti


L’ingiustizia segue il suo corso. Impla­ca­bile. E tra­volge in un mec­ca­ni­smo opaco incu­rante del merito, del diritto e della pie­tas, la vita del sin­da­ca­li­sta italo-brasiliano Hen­ri­que Piz­zo­lato. Dete­nuto nel car­cere di Modena per reati finan­ziari che ha sem­pre negato, Piz­zo­lato viene estra­dato oggi in Bra­sile. Il mini­stro della Giu­sti­zia ha deciso di ese­guire il prov­ve­di­mento senza aspet­tare la deci­sione della Corte euro­pea dei diritti dell’uomo a cui i difen­sori del sin­da­ca­li­sta si erano rivolti. Il sena­tore Luigi Man­coni, che ha seguito il caso insieme alla col­lega del Pd Maria Ceci­lia Guerra, ha gio­cato ieri l’ultima carta uma­ni­ta­ria: ha rivolto un appello urgente al pre­si­dente della Repub­blica Ser­gio Mat­ta­rella, facen­dosi inter­prete di quello sot­to­scritto dai volon­tari dell’associazione "Car­cere e Città".

mercoledì 12 agosto 2015

Italia, madre o matrigna

di Cesar Techio
Economista – Avvocato

Non è del senso comune, del modo di pensare della maggioranza delle persone o delle nozioni facilmente ammesse alla prima notizia, che è solito esecrare innocenti, che passo ad analizzare aspetti fondamentali della difesa di Henrique Pizzolato, ex direttore di marketing della Banca del Brasile, condannato per unanimità per corruzione passiva, lavaggio di denaro e peculato doloso dal STF (Supremo Tribunale Federale brasiliano).

Lui è stato accusato di aver autorizzato personalmente antecipazioni di pagamenti della pubblicità del 'FUNDO VISANET', nel valore di 73,8 milioni di reais, risorse che avrebbero alimentato uno scandalo, conosciuto come 'mensalao', secondo l'accusa. In cambio, avrebbe ricevuto un pacco con 326 mille reais. Tuttavia, dalle prove apparre uno sbaglio giudiziale che rimane negli annali della storia come quelli uguali a Gesù Cristo, quando la moltitudine, per motivi inconfessabili e insufflata dalla mass media dell'epoca, lo condanarono e lo urtarono alla morte.

Le contundenti prove sono state stranamente ignorate, agli orecchi del Ministro (giudice) Joaquim Barbosa, relatore dell'azione penale 470, anche se la difesa ha gridato a gran voce.

venerdì 24 luglio 2015

Cosa si muove sul fronte politico e giuridico


Una importante notizia a proposito del futuro di Henrique Pizzolato. É stata disposta per il 14 dicembre 2015 l'udienza preliminare a seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Pubblico Ministero, nell’ambito del procedimento pendente a carico di Henrique Pizzolato per il reato di falso.
Ora, di conseguenza, Pizzolato è imputato di un reato del quale dovrà rispondere in un tribunale italiano. La qual cosa avrà come conseguenza la sospensione del procedimento di estradizione, per consentire allo stesso Pizzolato di esercitare pienamente il proprio irrinunciabile diritto alla difesa. Comunichiamo inoltre che, a seguito della sospensione della procedura di estradizione, il Ministero della giustizia ha trasmesso alle autorità brasiliane l’elenco delle assicurazioni e delle garanzie supplementari richieste dal Consiglio di Stato per valutare la legittimità dell’estradizione e il pieno rispetto dei diritti fondamentali di Pizzolato.
Le autorità brasiliane dovranno fornire ogni ragguaglio utile sul penitenziario dove sarebbe destinato e su quelli dove potrebbe richiedere di essere trasferito; dovranno autorizzare una visita diplomatica preventiva in quegli istituti; dovranno esplicitare l’impegno a non trasferire Pizzolato in altre strutture penitenziarie, se non per cause di forza maggiore e dopo averne informato le autorità italiane, e comunque dovranno impegnarsi a fornire loro informazioni e aggiornamenti su problemi emersi durante la detenzione in Brasile. 
Maria Cecilia Guerra e Luigi Manconi

venerdì 10 luglio 2015

Lunedì 13 luglio: una giornata dedicata al carcere


In occasione della visita di Luigi Manconi e Maria Cecilia Guerra a Henrique Pizzolato, detenuto nella Casa Circondariale di Modena


Lunedì 13 luglio, ore 20.45

Nella sala polivalente Windsor Park
Strada San Faustino 155 Modena
Si terrà la pubblica iniziativa per discutere del tema:


Lo scandalo delle carceri:
abolirle o riformarle?


Interverranno:

Senatore Luigi Manconi
Presidente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani


Senatrice Maria Cecilia Guerra
Associazione Antonia

Paola Cigarini
Comitato Giustizia per Pizzolato e Gruppo carcere-città


Durante l’iniziativa sarà possibile acquistare il libro Abolire il carcere di Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderone, Federica Resta, Chiarelettere 2015

sabato 27 giugno 2015

Ho firmato in difesa di Henrique perché…

La petizione promossa dal senatore Luigi Manconi per chiedere la revoca del decreto di estradizione di Henrique Pizzolato ha superato in pochi giorni le 2000 firme. La racolta delle firme è stata bloccata, mentre le persone stavano continuando a firmare, il 24 giugno, giorno in cui Il Consiglio di Stato ha deciso rinviare al 22 settembre 2015 ogni decisione sull'estradizione in Brasile del cittadino italo-brasiliano Pizzolato. "Si tratta di un primo e importante riconoscimento per la mobilitazione dei tanti che, preoccupati per lo stato di terribile degrado in cui versano le carceri brasiliane, temono per la tutela dell'incolumità e dei diritti fondamentali del detenuto” affermano, con soddisfazione, i senatori Luigi Manconi e Maria Cecilia Guerra, ringraziando coloro che a Modena e in tutta Italia, in Parlamento e nella società sostengono la causa di Pizzolato.
È interessante leggere i commenti spontanei scritti dai firmatari della petizione, per lo più cittadini italiani ma anche molti brasiliani. Mentre i cittadini italiani sostengono che Pizzolato, essendo cittadino italiano, ha diritto di scontare la sua pena in Italia e non deve essere inviato nelle terribili e disumane carceri brasiliane, i cittadini brasiliani sostengono che Pizzolato non ha avuto un processo equo in Brasile, è stato condannato nonostante le prove della sua innocenza e non ha avuto il diritto di appello.
Di seguito alcuni commenti lasciati spontaneamente da chi ha aderito alla petizione. 
Ho firmato perché…

giovedì 25 giugno 2015

Guerra e Vaccari “Soddisfatti per decisione del Consiglio di Stato”

I senatori modenesi del Partito democratico Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari commentano positivamente la recente decisione del Consiglio di Stato sul caso del dirigente di banca italo-brasiliano Henrique Pizzolato, condannato nel paese sudamericano a 12 anni e 7 mesi per corruzione e riciclaggio, attualmente rinchiuso nel carcere di Sant’Anna, dove sta scontando la pena. Ecco la loro dichiarazione:

lunedì 22 giugno 2015

Contro l'estradizione





La petizione promossa dal senatore Luigi Manconi per chiedere al Ministro Orlando la revoca del decreto di estradizione di Henrique Pizzolato ha superato le 2000 firme. Molto toccante la solidarietà dimostrata, con una raccolta firme interna al carcere di Sant'Anna a Modena, da tutti i detenuti (43) della IX sezione, la stessa in cui è rinchiuso Pizzolato.
Tra i firmatari dell'appello di Manconi anche autorevoli esponenti della cultura e della politica, tra cui Stefano Anastasia (presidente onorario dell'associazione "Antigone"), Goffredo Fofi (critico e scrittore), Francesco Ciafaloni (saggista e ricercatore dell'Ires di Torino), Grazia Honegger Fresco (pedagogista), Alessandro Leogrande (scrittore e giornalista), Giulio Marcon (deputato alla Camera), Lia Sacerdote (presidente dell’associazione “Bambini senza sbarre”), Maria Cecilia Guerra (senatrice della Repubblica). E oggi anche la parlamentare europea Cecile Kyenge, di cui pubblichiamo le dichiarazioni in merito alla sua adesione.


Oggi ho sottoscritto la petizione diretta al Ministro della Giustizia Andrea Orlando per fermare l’estradizione in Brasile del dirigente di banca italo-brasiliano Henrique Pizzolato, condannato nel Paese sudamericano a 12 anni e 7 mesi, che sta attualmente scontando la pena nel carcere di Sant'Anna a Modena.
Nelle settimane scorse ho presentato sul caso anche un'interrogazione al Parlamento Europeo. Le ONG Amnesty International e Human Rights Watch hanno definito "drammatica" la situazione delle carceri brasiliane. Pizzolato, giudicato dal tribunale supremo brasiliano, potrebbe essere estradato e trasferito a Papuda, una delle galere più violente e degradate del Brasile. L'estradizione è stata ottenuta con il presupposto che Pizzolato fosse accolto in una sezione protetta del carcere brasiliano, la cosiddetta "ala dei vulnerabili", dove il detenuto non dovrebbe essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti. Questa "ala dei vulnerabili" non è attualmente in funzione e la sua legittimità è sotto il vaglio giudiziario del Tribunale amministrativo brasiliano.
Anche per questo ho firmato la petizione che vi propongo di sottoscrivere, su Change.org, contro l'estradizione in Brasile di Henrique Pizzolato: change.org/pizzolato (Cecile Kyenge)


domenica 21 giugno 2015

Urgente: non si conceda l'estradizione per Pizzolato

di Luigi Manconi


È in linea la petizione promossa dal Senatore Luigi Manconi per chiedere al Ministro della Giustizia italiano di revocare l'estradizione di Henrique Pizzolato, condannato in Brasile in un solo giudizio fatto da un solo tribunale senza diritto di appello che ora rischia di essere inviato alle carceri brasiliane note per le condizioni di disumana e intollerabile violenza. Il 16 giugno scorso il Ministro della Giustizia del Brasile ha dichiarato: "le prigioni brasiliane sono vere scuole del crimine", riferendosi alle organizzazioni criminali esistenti all'interno delle carceri.


Henrique Pizzolato, di origine brasiliana con cittadinanza italiana, rischia in questi giorni di dover lasciare il carcere di Sant'Anna a Modena, dove sta scontando una pena di più di 12 anni inflitta dal tribunale supremo brasiliano nell'ambito di un'inchiesta per corruzione e riciclaggio. Pizzolato potrebbe essere estradato e trasferito a Papuda, una delle galere più violente e degradate del Brasile.

sabato 20 giugno 2015

Per la prima volta l’Italia decide di estradare in Brasile un proprio cittadino



Quello che segue è il testo che il movimento in difesa di Henrique Pizzolato ha consegnato ai giornalisti durante la conferenza stampa indetta al Senato dal presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi, martedì 16 giugno scorso.


Con il decreto del 21 aprile 2015 il Ministero della Giustizia italiano ha accordato l’estradizione in Brasile di un suo cittadino, Henrique Pizzolato. Una decisione eccezionale, se si pensa che il Brasile non estrada, per dettato costituzionale, i cittadini brasiliani e che per questa stessa ragione – mancanza di reciprocità – l’Italia ha negato in passato allo stato sudamericano l'estradizione di un altro cittadino italiano.
Perché allora nel caso di Pizzolato è stata presa una decisione diversa?
Motivi giuridici per negare l’estradizione e per difendere Pizzolato e i suoi diritti, il Governo italiano ne ha molti e partono dall’art. 5 del trattato di estradizione tra Italia e Brasile firmato a Roma il 17 ottobre 1989. Fra le altre ragioni, il Governo italiano deve rifiutare l’estradizione di un suo cittadino: “a) se per il fatto per il quale è domandata, la persona richiesta è stata o sarà sottoposta ad un procedimento che non (ha)assicura(to) il rispetto dei diritti minimi di difesa.(...); b) se vi è fondato motivo di ritenere che la persona richiesta verrà sottoposta a pene o trattamenti che comunque configurano violazioni dei diritti fondamentali."

Il processo in Brasile
In Brasile Henrique Pizzolato è stato sottoposto a un processo che non ha garantito i suoi diritti di difesa. È stato giudicato unicamente dal Supremo Tribunale Federale che, per legge costituzionale, non potrebbe giudicare Pizzolato, un cittadino comune.

mercoledì 17 giugno 2015

Luigi Manconi: la conferenza stampa al Senato

Il 16 giugno a Roma, nella Sala Nassirya del Senato della Repubblica, il senatore Manconi, insieme alla senatrice Maria Cecilia Guerra e altri parlamentari, hanno indetto una conferenza stampa per spiegare ai giornalisti la situazione di Henrique Pizzolato e per chiedere al Ministro della Giustizia e al Consiglio di Stato la revisione del decreto di estradizione.
L'argomentazione principale dei parlamentari che hanno deciso di sostenere la lotta di Henrique, della sua famiglia e dei suoi legali è il rispetto dei diritti fondamentali della persona che, in caso di estradizione, sarebbero palesemente violati.


Di seguito potete ascoltare l'audio completo della conferenza stampa registrato da Radio Radicale.

martedì 16 giugno 2015

Non consegnare al Brasile l’italiano Pizzolato

di Luigi Manconi



Dav­vero biz­zarra, se non fosse tra­gica, la vicenda dell’estradizione di Hen­ri­que Piz­zo­lato. L’uomo, di ori­gine bra­si­liana con cit­ta­di­nanza ita­liana, rischia in que­sti giorni di dover lasciare il car­cere di Sant’Anna a Modena — dove sta scon­tando una pena di più di 12 anni inflitta dal tri­bu­nale supremo bra­si­liano nell’ambito di un’inchiesta per cor­ru­zione e rici­clag­gio — per essere tra­sfe­rito nel car­cere di Papuda. Ovvero in una delle galere più vio­lente e degra­date del Brasile.

mercoledì 3 giugno 2015

L’impianto (inesistente) dell’accusa nel mensalão

“La menzogna è stata il generatore di tutte le verità, mezze verità, indizi non valutati e indizi manipolati che hanno conferito la dimensione dello scandalo e lo spirito del processo del ‘mensalão’.Janio de Freitas 14/10/2012- FSP

Quale menzogna?
Nel processo del "mensalão", la peggior menzogna è stata considerare che del denaro pubblico della Banca del Brasile sia stato deviato per pagare i parlamentari.
La Banca del Brasile ha inviato molti documenti ai giudici del Tribunale supremo federale che chiariscono e che dimostrano che nessun centesimo della Banca del Brasile è stato deviato.
In tutti i documenti la Banca afferma che i soldi in questione (73 milioni di reais) non erano denaro pubblico, perché non appartenevano alla Banca del Brasile. Si trattava di denaro appartenente ad una società privata chiamata Visanet, una società che rappresentava il marchio Visa di proprietà d’una azienda multinazionale americana.
Non era solo la Banca del Brasile ad affermare che il denaro apparteneva alla Visanet; la stessa Visanet ha dichiarato che il denaro era di sua proprietà.


Allora il denaro è stato deviato dalla Visanet?
No. La Visanet ha presentato un documento, che è nel processo, in cui dichiara che il denaro è stato completamente utilizzato in campagne pubblicitarie, dunque non c’è stata alcuna deviazione di denaro. In altre parole, la proprietaria del denaro – la Visanet – ha affermato che il proprio denaro di non è stato deviato.

giovedì 28 maggio 2015

La spettacolarizzazione di un processo

Qualche tempo fa l'avvocato Raffaele della Valle che ha difeso Enzo Tortora è stato intervistato in merito alla legge sulla responsabilità civile dei giudici. Il titolo dell'intervista riassume l'opinione dell'avvocato: "Il problema è lo strapotere di media e pm". 
L’avvocato spiega che la presunzione di non colpevolezza non esiste più perché “ogni giorno leggo delle cose incredibili pur di tenere dentro le persone. In questo momento c’è la prevalenza non della garanzia, ma del sospetto”. L'avvocato prosegue “La voce della difesa non conta più nulla. Anche voi giornalisti non la ascoltate più. Il pubblico ministero ‘star’ ha un’influenza enorme. Quando si arriva a un processo in aula che è già stato celebrato nei talk come si fa a far cambiare idea ai giudici popolari? La Cassazione a sua volta ormai emette delle sentenze sull’onda delle emozioni create dal pm attraverso i media. Il pubblico ministero oggi è il dominus perché i media lo hanno rafforzato. Oggi il giustizialismo impera”.

venerdì 22 maggio 2015

Punire di più, imprigionare di più: il Brasile nel senso contrario della storia

In Brasile è in discussione al Senato il progetto di legge per riformare il codice penale. La riforma prevede la riduzione dell'età legale a partire dalla quale si potrà essere condannati come un adulto (da 18 a 16 anni), la trasformazione della corruzione in delitto gravissimo e l'utilizzo di prove illecite da parte del Pubblico ministero federale (prove illecite: intromission abusiva nella vita privata, nel domicilio, nella corrispondenza o nelle telecomunicazioni).
Il disegno di legge prevede anche l'aumento delle pene, la fine della libertà condizionale, l'aumento del tempo per ottenere la progressione di regime (ovvero il detenuto rimane più tempo in regime di reclusione prima di ottenere la riduzione a un regime più blando, come quello di semilibertá), l'impossibilità d'applicazione, in alcuni casi, del regime iniziale aperto, così come diverse altre modifiche che implicano l’aumento del tempo di carcerazione.

lunedì 18 maggio 2015

Quale stato è mai questo?

È molto difficile per una persona comune comprendere perché esistano leggi, regole, trattati, convenzioni emanati per garantire l’incolumità delle persone totalmente disattesi proprio nel momento in cui tribunali e governanti dovrebbero applicarli.
La Corte di Cassazione e il Ministro della giustizia italiani hanno deciso di concedere l'estradizione di Henrique Pizzolato perché possa scontare la pena nelle carceri brasiliane, denunciate da numerose e qualificate organizzazioni e organismi internazionali (e anche da istituzioni governative nazionali brasiliane) perché violano quotidianamente il rispetto della dignità umana.
La violazione dei diritti e i maltrattamenti subiti dai detenuti nelle carceri brasiliane sono noti anche ai parlamentari italiani. In data 4 febbraio 2015 il Parlamento ha approvato la legge di Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate che prevede la possibilità per i cittadini italiani di scontare in Italia la pena inflitta dall'Autorità giudiziaria brasiliana, proprio a causa delle terribili condizioni dei detenuti in Brasile.

giovedì 7 maggio 2015

Perché siamo dalla parte di Henrique

Don Angelo Lovati*

Ho conosciuto il sig, Henrique Pizzolato nel febbraio 2014, detenuto presso la Casa Circondariale “S. Anna” di Modena, dove svolgo il servizio di cappellano. Successivamente, dopo la sua momentanea scarcerazione, l’ho incontrato di frequente anche nella mia parrochia di Ubersetto in occasione della celebrazione della s.messa ed ora, da qualche tempo, lo vedo di nuovo al “S. Anna”.

lunedì 4 maggio 2015

Lettera morta?


L'interrogazione parlamentare che pubblichiamo di seguito, firmata da 21 senatori, è stata presentata al ministro della Giustizia Andrea Orlando dopo il via libera all'estradizione di Henrique Pizzolato concessa al Brasile dalla Corte di Cassazione italiana. L’interrogazione chiedeva spiegazioni al Ministro e lo informava con viva preoccupazione dei rischi a cui sarebbe andato incontro Pizzolato in caso di estradizione.
Non sappiamo se il Ministro abbia risposto ai senatori. L'unica cosa che sappiamo è che il 21 aprile il ministro Orlando ha decretato l'estradizione verso il Brasile del cittadino italo-brasiliano Henrique Pizzolato. È la prima volta che l'Italia estrada un suo cittadino in Brasile.

lunedì 27 aprile 2015

Pizzolato ritorna in Brasile: diritti negati un'altra volta


“Pizzolato sarà estradato dall’Italia senza avere ottenuto il diritto costituzionale che gli è stato negato dalla Giustizia brasiliana: il secondo grado di giudizio”, dice Paulo Moreira Leite, giornalista e direttore del Brasil247 di Brasilia. “Difficilmente la fuga in Italia ci sarebbe stata se nell’agosto del 2012, all’inizio del processo, il Supremo Tribunale Federale avesse assicurato a lui, e agli altri accusati nella azione penale n.470, il diritto al secondo grado di giudizio”.


di Paulo Moreira Leite - giornalista brasiliano, è autore del libro “Un'altra storia del Mensalão”
25 aprile 2015

Il ritorno di Henrique Pizzolato non è una scelta utile al Brasile né ai brasiliani. I lettori di questo spazio sanno qual è la mia opinione su questo caso. Sono convinto che il Supremo Tribunale Federale (Corte suprema) ha condannato Pizzolato a 12 anni e sette mesi di carcere senza disporre di prove sufficienti, in quel contesto di persecuzione e spettacolo mediatici che ha segnato il processo dell’azione penale n.470.