sabato 21 marzo 2015

Alcune dichiarazioni dei documenti ufficiali di difesa presentati da Henrique Pizzolato nel processo d’estradizione n. 13/2014 alle autorità brasiliane

In un’intervista del 26 settembre scorso alla Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, sono state poste alcune domande sul sistema carcerario brasiliano. Nel rispondere la presidente ha affermato: “La politica penitenziaria in Brasile è una politica ‘cieca’, che non sa dove andare. La realtà è presto detta: condizioni terribili, tortura e il fatto che nessuno vuole un carcere nel proprio territorio.”





Il Ministro della Giustizia del Brasile, José Eduardo Cardoso, ha dichiarato che: “se dovessi scontare molti anni in qualcuno dei nostri carcere brasiliane, io preferirei morire.”

La responsabile della Segretaria per i diritti umani della presidenza della repubblica, Ideli Salvati, lo stesso giorno (12 febbraio) che la Corte di cassazione italiana ha deciso per la l'estradizione di Henrique Pizzolato, ha dichiarato: “dato il sovraffollamento, abbiamo nelle carceri brasiliane vere scuole di crimine".

http://epocanegocios.globo.com/Informacao/Visao/noticia/2015/02/presidios-brasileiros-sao-escolas-de-crime-diz-ideli-salvatti.html


“Il Pubblico Ministero rileva sovraffollamento, droga, rivolte e condizioni disumane nelle carceri brasiliane:
Le ispezioni hanno indicato che la maggior parte degli istituti non separano i prigionieri come previsto dalla legge sulla Esecuzione della Pena. Secondo la relazione, 1.269 (79%) istituti non separano i detenuti provvisori dai definitivi; 1.078 (67%) non separano persone che stanno in regimi differenti (aperto, semiaperto, chiuso), 1.243 (circa il 78%) non separano i primi arresti dai recidivi. In 1.089 locali (68%) non c’è separazione in base alla pericolosità o al delitto commesso, in 1.043 (65%) i detenuti non sono separati in considerazione dell’appartenenza ad associazioni (gang) criminali. Sul tema disciplina, la relazione mostra che 585 istituti (37%) non rispettano il diritto di difesa del detenuto nell’applicazione delle sanzioni disciplinari. In 613 locali (38%) l’atto del direttore dell’unità che determina la sanzione non è motivato o argomentato; in 934 (58%), non tutte le notifiche di infrazioni disciplinari risultano agli atti. Le sanzioni collettive sono state registrate in 116 stabilimenti (7%).” (Relazione 2013 sul sistema carcerario brasiliano – CNMP – Consiglio Nazionale del Pubblico Ministero, organismo presieduto dal Procuratore Generale della Repubblica)
http://www.cnmp.mp.br/portal/noticia/3486-dados-ineditos-do-cnmp-sobre-sistema-prisional

Il CNJ – Consiglio Nazionale di Giustizia – (organismo presieduto dal Presidente della Corte Suprema brasiliana) http://www.cnj.jus.br/images/imprensa/pessoas_presas_no_brasil_final.pdf
Relazione, giugno 2014: Nuova diagnosi delle persone detenute in Brasile:



La normativa brasiliana - Risoluzione nº 09/2011- CNPCP - che determina le aree delle celle (spazio per detenuto) viola gli standart internazionale - a confronto le tabelle indicano i parametri richiesti dalla Risoluzione adottata dal Brasile e dal CPT:



http://www.criminal.mppr.mp.br/arquivos/File/ExecucaoPenal/CNPCP/2011Diretrizes_ArquiteturaPenal_resolucao_09_11_CNPCP.pdf
Il documento presentato dal Ministero della Giustizia brasiliano davanti alla Corte di Cassazione (processo di Henrique Pizzolato), conferma che le violazione ci sono sia sul piano dei diritti che nei fatti: “le celle collettive del Complesso Penitenziario di Papuda (DF) possiedono un'area di 18m2, occupati in media da 12 detenuti per cella. Le celle collettive del Penitenziario di Canhanduba (SC) possiedono un'area di 13m2, occupati da 6 detenuti per cella”. Ciò significa che così un detenuto nel Penitenziario di Papuda ha a disposizione uno spazio di 1,5m2, mentre un detenuto nel Penitenziario di Canhanduba ha a disposizione uno spazio di 2,16m2.
Ciò non è assolutamente conforme agli standard del CPT e non rispetta nemmeno i canoni riconosciuti dalla Corte EDU.

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