sabato 14 marzo 2015

Fronte bipartisan contro l'estradizione di Pizzolato


Dopo l’allarme lanciato da Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà personale, un fronte bipartisan si è levato in Senato per chiedere al ministro della Giustizia Andrea Orlando che Henrique Pizzolato, il banchiere italo-brasiliano condannato a 12 anni di reclusione nell’ambito di una vicenda di tangenti, non venga estradato in Brasile. L’ex direttore del Banco del Brasile è attualmente detenuto presso il carcere di Modena dopo essersi costituito, ma la richiesta per la sua estradizione è stata accolta dalla Corte di Cassazione, che ha ribaltato la sentenza di diniego della Corte d’Appello di Bologna.


Sul tema sono intervenuti sia il senatore Carlo Giovanardi di Ap con una interpellanza datata 24 febbraio che i senatori Sergio Lo Giudice e Luigi Manconi del Pd, primi firmatari di una interrogazione depositata il 27 febbraio e sottoscritta da numerosi colleghi provenienti anche da altri gruppi come Ap, Fi e Misto: Amati, Cirinnà, Cucca, Di Biagio, Fasiolo, Ferrara Elena, Fornaro, Guerra, Idem, Lai, Lo Moro, Malan, Mastrangeli, Orellana, Pagliari, Petraglia, Pezzopane, Spilabotte, Valdinosi. In entrambi i documenti i parlamentari esprimono le stesse preoccupazioni, già sollevata da Bruno prima della sua visita a Pizzolato nella casa circondariale di via Sant’Anna il 21 febbraio, sulle condizioni delle strutture detentive brasiliane e in particolare quella del carcere di destinazione, di recente, come sottolineato dall’Ufficio del Garante, scenario di episodi di violenza e morte inflitta da detenuti ad altri detenuti.

“Il procedimento che lo ha visto coinvolto è stato celebrato dal supremo tribunale federale brasiliano, massimo organo giurisdizionale, competente a giudicare i reati commessi da deputati e ministri, nonostante non fosse il giudice naturale e precostituito in relazione a quel procedimento, non ricoprendo egli nessuno di questi ruoli- scrive Giovanardi-. In conseguenza di tale determinazione della competenza, il signor Pizzolato è stato sottoposto ad un processo che ha negato i diritti minimi di difesa e che non gli ha consentito di poter proporre ricorso avverso la pronuncia del supremo tribunale federale”. Inoltre, rimarca il senatore, “come riconosciuto in primo grado dalla Corte d'Appello di Bologna e come ampiamente provato documentalmente nel corso del procedimento giurisdizionale, le carceri brasiliane, inclusa quella in cui dovrebbe scontare la pena Pizzolato (carcere di Papuda), sottopongono i detenuti a condizioni inumane e degradanti. Si sottolinea che nel carcere in cui Pizzolato dovrebbe scontare la pena nel 2013 sono stati accertati 2 suicidi, 14 omicidi, 30 morti e nel 2014 altri 2 omicidi e una morte dovuta ad un incidente”.

Similmente, Lo Giudice e Manconi sostengono che “la corte di Cassazione, annullando la decisione della Corte d’Appello, ha disposto la sua estradizione in Brasile noncurante dell’orribile condizione delle carceri brasiliane che comporterebbe seri rischi per l’incolumità di Pizzolato- spiegano nell’atto sottoscritto da altri 18 colleghi -. Rispettiamo la decisione della Suprema Corte, ma abbiamo deciso di interrogare il guardasigilli sull’eventualità che la patente violazione dei diritti umani nelle carceri brasiliane possa orientare la sua decisione finale verso una soluzione che garantisca l’incolumità fisica del nostro connazionale”. I membri del Senato ricordano infine che “il trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica federativa del Brasile prevede che l’estradizione non sia concessa ‘se vi è fondato motivo di ritenere che la persona richiesta verrà sottoposta a pene o trattamenti che comunque configurano violazione dei diritti fondamentali'”.


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