venerdì 23 ottobre 2015

Fini e mezzi



Signor Ministro Orlando, signori funzionari del Ministero della Giustizia, membri del Governo,

l’odissea giudiziaria di un vostro e nostro concittadino, Henrique Pizzolato, si è conclusa nel peggiore dei modi: per lui, per noi e per voi.
Per lui perché appena rientrato in Brasile sarà sottoposto a pressioni psicologiche enormi e probabilmente a forme di violenza, ricatti, ritorsioni dalle proporzioni imprevedibili e su cui nessuno, non certo i consoli italiani o i vostri rappresentanti in Brasile potranno vigilare. A dimostrazione di quanto andiamo sostenendo da mesi, i disordini, le evasioni, gli scioperi, il rischio di rivolta che il carcere di Papuda, carcere in cui sarà trasferito Henrique, sta vivendo in questi giorni danno la misura dell’irresponsabilità della vostra scelta.
Per noi, perché abbiamo visto all’opera quello che solo sospettavamo: lo scollamento della politica dalla realtà delle persone comuni, l’assenza di diritti certi ed esigibili, la discrezionalità politica delle decisioni dei tribunali, il prevalere degli interessi di parte (grandi o meschini che siano) sul diritto e la giustizia.

Per voi, perché la vostra “carriera” politica porterà una macchia indelebile di cui, prima o poi, dovrete rendere conto.
Ci muove una fiducia, non strettamente religiosa, che ha influenzato il nostro modo di sostenere la causa di Henrique e di sua moglie Andrea: il fine non giustifica i mezzi. Per nessuno. Mezzi scorretti o iniqui pervertono qualunque fine, qualunque “ragion di stato”.
Non abbiamo bisogno di prove per dimostrare che le spinte e le pressioni che vi hanno portato a decidere per l’estradizione di Henrique rispondono a un “commercio” di cui tutti si possono facilmente rendere conto e che tutti possono riempire del contenuto che credono più veritiero: meschini interessi di carriera politica (pensiamo soprattutto ai parlamentari italiani che hanno interessi in Brasile), scambi di detenuti (qualunque posizione si abbia sul caso Battisti, è evidente il collegamento fra la sua vicenda e quella di Henrique, così com’è evidente la connessione con la vicenda, ormai persa nella nebbia dei tempi, di Pasquale Scotti, latitante da oltre trent’anni, ricercato per omicidi plurimi, tornata alla ribalta in questi giorni perché verrà a breve estradato in Italia), interessi commerciali e finanziari (determinati dalla sproporzione di forza economica di Italia e Brasile). Sono forse questi elementi di leale collaborazione tra stati?
Smettiamo tutti di citare leggi, costituzioni, trattati, accordi bilaterali: simulacri vuoti che afferiscono al diritto e alla giustizia. Chiamiamo le cose col loro nome: scambi, commerci, investimenti, ricatti. Parole che si adattano meglio a quanto sta avvenendo intorno alla vicenda umana di Henrique Pizzolato.


Comitato Giustizia per Pizzolato

Nessun commento:

Posta un commento