giovedì 9 aprile 2015

Lettera inviata dagli avvocati brasiliani al Ministro della Giustizia italiano: NO all’estradizione di Pizzolato

Le argomentazioni giuridiche presentate dagli avvocati brasiliani al ministro italiano si limitano alle “caratteristiche specifiche del processo di estradizione”, volendo significare che ci sono regole determinate da un trattato d'estradizione, che non consente una rivalutazione delle prove che sono state presentate nel giudizio fatto in Brasile. Le argomentazioni presentate dagli avvocati si restringono a dimostrare che, nel giudizio fatto in Brasile, i diritti minimi di difesa di Pizzolato sono stati violati e quest'ultima è una ragione a sostegno del fatto che l'Italia non permetta l' estradizione.
L’immagine: Sandro Botticelli “La calunnia"

Al Ministro della Giustizia Andrea Orlando

OGGETTO:  Processo di estradizione del cittadino italo/brasiliano Henrique Pizzolato

Noi fimatari di questa lettera ci permettiamo di portare alla Vostra conoscenza elementi fattuali e giuridici che riteniamo rilevanti per chiarire la situazione del cittadino italo-brasiliano  Henrique Pizzolato, attualmente in carcere e in attesa di una decisione relativa alla richiesta di estradizione, formulata dalla Repubblica Federativa del Brasile.

Henrique Pizzolato è stato denunciato, processato, giudicato con una sentenza che prevede la pena della privazione della libertà per 12 anni e sette mesi, con l’Azione Penale  nº 470, che si è svolta davanti al   Supremo Tribunale Federale, in Brasile. L’accusa è di pratica di crimini di corruzione passiva, riciclaggio di denaro e peculato, a danno di beni e interessi dell’Unione.

Tra i vari elementi passibili di rendere nullo il processo nel quale Henrique Pizzolato è stato, infine, condannato, ci accingiamo qui a menzionarne solo due  date le caratteristiche specifiche del processo di estradizione. 

AZIONE PENALE Nº 470 DEL SUPREMO TRIBUNALE FEDERALE DELLA REPUBBLICA FEDERATIVA DEL BRASILE
ACCUSATO – HENRIQUE PIZZOLATO
VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DEL GIUDICE NATURALE  
GIUDIZIO DI ECCEZIONE NEGATIVA DI ACCESSO AL DOPPIO GRADO DI GIURISDIZIONE, NON RISPETTANDO LA CONVENZIONE AMERICANA SUI DIRITTI UMANI.
IMPEDIMENTO AL DIRITTO DI DIFESA.

Signor Ministro,

La Repubblica Federativa del Brasile ha aderito alla Convenzione Americana sui Diritti Umani (allegato, doc. 1) e ha depositato la lettera di adesione a quella Convenzione il 25 settembre 1992, per cui, in quella stessa data, quel Patto di São José da Costa Rica è entrato in vigore in Brasile, come è stabilito nell’ordinamento giuridico interno con il   Decreto nº 678, del 6 novembre 1992, della Presidenza della Repubblica (allegato, doc. 2).

Posteriormente, il 10 dicembre del 1998, la Repubblica Federativa del Brasile ha depositato presso la Segreteria Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, la Dichiarazione di accettazione della competenza obbligatoria della Corte Interamericana dei Diritti Umani, in tutti i casi relativi all’interpretazione o applicazione di quella Convenzione Americana sui Diritti Umani, come è stato riconosciuto con il Decreto nº 4.463, dell’8 novembre 2002, dalla Presidenza della Repubblica (allegato, doc. 3).

La Convenzione Americana sui Diritti Umani dispone nell’art. 8º, 2, h, che qualsiasi persona accusata di un delitto ha diritto ad essere considerato innocente fin quando non sia legalmente provata la sua colpevolezza e che durante il processo ogni persona ha diritto, in piena eguaglianza, a garanzie minime che includono il diritto a ricorrere contro la sentenza a giudici o tribunali superiori.

Si sottolinea che l’adesione della Repubblica Federativa del Brasile a quella Convenzione non contiene eccezioni per quanto concerne questo dispositivo.

A sua volta, la Costituzione della Repubblica Federativa del Brasile stabilisce, all’art.  5º, LIII, che “nessuno sarà processato nè condannato se non dall’autorità competente”.

Dato che a Henrique Pizzolato sono state attribuite pratiche delittuose a danno di beni e interessi  del Banco do Brasil, nell’epoca in cui era il suo diretore de marketing, la definizione di autorità competente per giudicare il processo a cui è stato sottoposto viene definita dalla Costituzione della Repubblica Federativa del Brasile all’art. 109:

“Ai giudici federali compete processare e  giudicare: (...)
IV – i crimini politici e le infrazioni penali da cui derivino danni di beni, servizi o interessi dell’Unione o dei suoi enti autarchici o imprese pubbliche,  escluse le contravvenzioni e fatta salva la competenza della Giustizia Militare e della Giustizia Elettorale”.

Nonostante questo, è stato giudicato dal Supremo Tribunale Federale, anche se la Costituzione Federale brasiliana stabilisce all’art. 102, I, b, che al  Supremo Tribunale Federale compete processare e giudicare originariamente, le infrazioni penali comuni,  il Presidente della Repubblica, il Vice-Presidente, i membri del Congresso Nazionale, i suoi  Ministri e il Procuratore Generale della Repubblica.

Ma Henrique Pizzolato non esercitava nessuno degli incarichi qui elencati, nè nel periodo in cui viene accusato di aver commesso le infrazioni penali, nè nel periodo in cui è stato processato e condannato, come è ampiamente dimostrato dagli stessi atti del processo di estradizione.

Non essendo   Henrique Pizzolato soggetto a giudizio da parte del STF - Supremo Tribunale Federale -, secondo la nota norma di competenza della Costituzione Federale brasiliana sopra riportata, il trasferimento della competenza, stabilito dall’allora Ministro (giudice) Presidente di quella più alta corte di giustizia brasiliana, ha obbedito solo all’obiettivo di sottrarre all’accusato il diritto al secondo grado di giurisdizione stabilito nella Convenzione Americana sui Diritti Umani, come è successo. 

D’altro lato, oltre al fatto che la  Constituzione della Repubblica Federativa del Brasile, sotto l’influsso di accordi internazionali nell’ambito dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino di cui il Brasile è firmatario, assicura agli accusati in genere il contraddittorio e un’ampia difesa, con i mezzi e le risorse necessarie, a Henrique Pizzolato è stato negato il diritto di presentare prove documentarie attraverso l’accesso all’Inchiesta  2474 del STF, che procedeva separatamente e secretata per decreto dell’ex-ministro (giudice) Joaquim Barbosa, e nell’ambito della quale si sa esserci il parere 2828/2006, dell’Istituto di Criminalistica della Polizia Federale e la relazione del delegato federale che conclude che non ci fu pagamento di parlamentari in cambio di voti e che il funzionario del  Banco do Brasil responsabile della gestione del denaro della  Visanet era il Signor Léo Batista dos Santos e non Henrique Pizzolato.

Quindi, Henrique Pizzolato è stato condannato dal Supremo Tribunale Federale, sia in violazione della regola di competenza, che stabiliva che fosse giudicato da un giudice federale di prima istanza, non disponendo di foro privilegiato e della garanzia costituzionale dell’ampia difesa, senza ostacoli, sia in violazione del dispositivo della Convenzione Americana sui Diritti Umani  che garantisce il doppio grado di giudizio a tutti gli accusati.
  
Si sottolinea, a questo proposito, che la Corte Interamericana dei Diritti Umani, diversamente dalla Corte Europea dei Diritti Umani, ha già avuto l’opportunità di decidere, interpretando come gli compete le disposizioni del Patto di  São José da Costa Rica, che anche nei casi in cui un accusato sia giudicato dal massimo organo di giustizia di un paese – come nel caso del Supremo Tribunale Federale in Brasile, deve essere garantito all’accusato il diritto di ricorrere per il riesame del suo caso. Tale decisione è stata registrata nel processo relativo al caso  Liakat Ali Alibux Vx. Suriname, sentenza disponibile nel sito della Corte IDH
http://www.corteidh.or.cr/index.php/es/casos-contenciosos.

Il Supremo Tribunale Federale della Repubblica del Brasile ha anche violato la disposizione inscritta nella Costituzione Federale all’ art. 5º, inc. XXXVII, nell’assumere, in obbedienza alla volontà del suo  Ministro (giudice) Presidente, il carattere di tribunale di eccezione, istituito in contrasto con le regole costituzionali di competenza e con XXXX di ledere i diritti di  Henrique Pizzolato.

I firmatari di questa lettera segnalano, in relazione agli elementi qui indicati, la nullità del procedimento e, conseguentemente, della condanna imposta a Henrique Pizzolato dal  Supremo Tribunale Federale brasiliano, motivo per cui non costituisce un titolo valido per la domanda di estradizione in giudizio di fronte alla Repubblica Italiana, in particolare in relazione a quanto dispone l’Articolo V del Trattato di Estradizione firmato tra la Repubblica Federativa del Brasile e la Repubblica Italiana. Questa richiesta di estradizione merita di ricevere un rifiuto da Vostra Eccellenza come forma per perseguire la necessaria
Giustizia!

São Paulo/Brasil,  settembre  2014

1-Dr. Aton Fon Filho,  advogado da rede social de direitos humanos
2-Dra. Suzana Figueiredo, advogada defensora de direitos humanos, mestre em Direito pela Pontifica Universidade Católica de São Paulo, doutoranda na Universidade de Coimbra - Portugal 
3-Dr. Juvelino Stronzake,  Doutor em direito pela Pontifica Universidade católica de são Paulo. 
4) Dra. Giane Álvares Ambrósio Álvares – Advogada em São Paulo 
5) Dr. Jonnas Esmeraldo Marques de Vasconcelos – Advogado em São Paulo 
6) Dra. Rosangela Rodrigues da Silva, Advogada, Cuiabá/MT
7) Dr. Luzimar Barreto França Junior, Presidente Prudente/ SP
8) Dr. Nilcio Costa – advogado de direitos humanos - São Paulo/SP
9) Dr. Humberto Boaventura da Silva Sá -  advogado no Paraná. 
10) Dra. Rosane Lavigne – Defensora Pública – Rio de Janeiro/RJ
11) Dr. Diego Vedovatto – Advogado no Rio Grande do Sul
12) Dr. Rafeal Modesto – Advogado em Brasília 
13) Dr. Patrick Mariano Gomes – Mestre e Doutorando em Coimbra/Portugal 
14) Dr. Roberto Rainha – Advogado em São Paulo/SP
15) Dra. Carol Proner – Advogada e Professora no Rio de Janeiro/RJ 
16) Dra. Sônia Maria Alves da Costa - Advogada; Professora convidada do
Programa de Pós-Graducao/Especialização em Direitos Humanos da PUC-GO. 
17) Dr. Bruno de Oliveira Pregnolatto - advogado em Campinas/São Paulo
18) João Paulo do Vale de Medeiros – Advogado, Professor na Universidade do Estado no Rio Grande do Norte/RN 
19) Dr. Camilo Bernardo da Silva – Advogado em Laranjeiras do Sul/PR 
20) Dr. Roberto de Paula – Advogado e Doutorando na Universidade Federal do Paraná, Curitiba/PR
21) Benedito Roberto Barbosa - Advogado em São Paulo - Centro Gaspar Garcia de Direitos Humanos e União dos Movimentos de Moradia de São Paulo
22) Maria Fernanda Milicich Seibel – advogada no Rio Grande do Sul 
23) Dr.Carlos Alberto Duarte – advogado, Diretor do Sindicato dos Advogados de São Paulo. 
24) Dr. Emiliano Maldonado – Advogado em Porto Alegre/RS
25) Mário Henrique Alberto - procurador do Procon de Sarandi- Paraná-PR
26) Raphael Camarão Trevisan - defensor público- Acre-AC
27) Marcos Alexandre - advogado e prof. universitário em Maringá- Paraná-PR
28) Johnson Garcez Homem - advogado- Santa Catarina -SC
29) Rosângela de Souza - advogada- Santa Catarina -SC
30) Luzia Cabreira  - Advogada CRDH - Centro de Referência de Direitos Humanos-SC e Coletivo Catarina de Advocacia Popular
31) Cláudio Ribeiro - advogado- Paraná-PR
32) Daniel Godoy - advogado-Paraná -PR






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