L'interrogazione parlamentare che pubblichiamo di seguito, firmata da 21 senatori, è stata presentata al ministro della Giustizia Andrea Orlando dopo il via libera all'estradizione di Henrique Pizzolato concessa al Brasile dalla Corte di Cassazione italiana. L’interrogazione chiedeva spiegazioni al Ministro e lo informava con viva preoccupazione dei rischi a cui sarebbe andato incontro Pizzolato in caso di estradizione.
Non
sappiamo se il Ministro abbia risposto ai senatori. L'unica cosa che sappiamo è
che il 21 aprile il ministro Orlando ha decretato l'estradizione verso il Brasile
del cittadino italo-brasiliano Henrique Pizzolato. È la prima volta che
l'Italia estrada un suo cittadino in Brasile.
Per
ragioni difficilmente comprensibili a un comune cittadino, riconducibili
probabilmente al braccio di ferro economico tra gli stati, il trattato che
regola l’estradizione tra il Brasile e l’Italia non prevede reciprocità: la Costituzione
brasiliana, cioè, non consente l’estradizione in paesi terzi di cittadini
brasiliani, né di cittadini stranieri
che hanno acquisito la cittadinanza brasiliana. L’Italia al contrario è
costretta a piegarsi di fronte a stati economicamente più potenti.
Ciò
non toglie che era nelle facoltà del Governo negare l’estradizione. E i
senatori hanno portato mille valide ragioni per farlo. Perché questa facoltà non è stata esercitata nei confronti di un
cittadino italiano che in questo modo sarà esposto al rischio di torture e
violenze, in un Paese che gli ha negato un giusto processo e che non è in grado
di garantire l’incolumità degli uomini e delle donne detenuti nelle sue carceri?
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