Se ogni persona è innocente fino a prova
contraria, Pizzolato ha fatto di più. Ha dimostrato la sua innocenza.
Paulo Moreira Leite - giornalista brasiliano, è autore del libro “Un'altra storia del
Mensalão”
Henrique Pizzolato , ex direttore marketing della
Banca del Brasile è stato condannato dalla Corte Suprema brasiliana a 12 anni e
sette mesi di carcere.
Sono convinto che, come molti imputati, Pizzolato
sia stato condannato in modo assurdo, contro ogni logica e contro tutte le prove.
Mi spiego. Il dramma di Pizzolato non è paragonabile al caso dei tanti imputati che sono stati condannati in assenza di prove. La prove c'erano. E dimostravano la sua innocenza.
Se ogni persona è presunta innocente fino a che non
si dimostra il contrario, come si impara nei corsi preparatori di diritto,
Pizzolato ha fatto di più. Ha provato la sua innocenza.
Pizzolato è stato condannato perché l'accusa ha sostenuto
che era “personalmente” responsabile del “piano”. Avrebbe ordinato una
presunta deviazione di 73.8 milioni di reais per il Partito dei lavoratori
(PT). Ordinava anticipazioni di denaro per l'agenzia pubblicitaria DNA, che trasferiva
i soldi al partito (PT).
Secondo i giudici che lo hanno condannato, Pizzolato ha
deviato denaro dalla Visanet, considerato denaro pubblico della Banca del
Brasile, che dovrebbe essere utilizzato per fare pubblicità delle carte di
credito del marchio Visa. Il Pubblico Ministero ed i giudici della Corte
Suprema hanno ritenuto che la pubblicità non fosse stata fatta e che il denaro
era nelle mani del Partito dei lavoratori (PT) per essere distribuito ai politici.
Tutto questo è falso,
sbagliato, e non può stare in piedi. Ma è lì, negli atti processuali, e ha portato Pizzolato in prigione.
Andiamo per gradi. È stato dimostrato nel processo che Pizzolato non ha firmato
alcun documento che disponeva i pagamenti di 73.8 milioni di reais con
denaro che apparteneva alla Visanet.
I documenti sono stati
firmati da un altro direttore della Banca del Brasile e da due dirigenti che
facevano parte della direzione - vendita al dettaglio (Varejo) - responsabile della gestione del soldi appartenenti alla Visanet.
Andiamo avanti.
Pizzolato è stato
condannato per il reato di peculato (appropriazione indebita), in quanto la sua
attività coinvolge, presumibilmente, "denaro pubblico". Ma un’audit
(relazione) firmata da 25 uditori della Banca del Brasile ha mostrato che il
denaro in questione non era pubblico, non apparteneva alla Banca del Brasile.
Il denaro apparteneva alla società Visanet e si trattava quindi di risorse private.
L’audit (relazione) ha
mostrato come il denaro nemmeno passava per la Banca del Brasile. Restava in un
conto in banca intestato a Visanet e quando era il caso di utilizzarlo in campagne pubblicitarie della carta di
credito Visa, il dirigente della direzione di vendita al dettaglio (Varejo), chiamato “gestore”, scelto dalla Banca
del Brasile, firmava una nota autorizzando la Visanet ad effettuare il
pagamento nei confronti dell'agenzia pubblicitaria DNA.
Due documenti sono stati
firmati dal dirigente Leo Batista dos Santos. Altri due, da Douglas
Macedo, entrambi funzionari della direzione di vendita al dettaglio (Varejo) della
Banca del Brasile, che non era la direzione di marketing di cui faceva parte Pizzolato. Non c'è la
firma di Pizzolato in questi documenti.
Il direttore di vendita al
dettaglio (Varejo) della Banca del Brasile ed i loro dipendenti che hanno firmato
questi documenti non sono stati coinvolti nella denuncia presentata
dal Pubblico ministero presso alla Corte Suprema che ha dato origine al
processo in cui è stato denunciato e condannato ingiustamente Pizzolato.
(Parti dell’articolo scritto
da Paulo Moreira Leite per la rivista Istoé, agosto 2013)
..................................
I documenti citati dal giornalista sono nel processo e comprovano che
Henrique Pizzolato non aveva potere per decidere i pagamenti con il denaro
della Visanet. Pizzolato non aveva potere per sollecitare la Visanet a fare i pagamenti all'agenzia di pubblicità DNA.
Tutti i documenti di richiesta di pagamento inviati alla Visanet sono stati
firmati da altri dirigenti della Banca del Brasile.
Contro l'accusa che dice “i servizi non sono
stati fatti, le pubblicittà non esistono, perchè il denaro fu deviato al
Partito dei Lavoratori”, la azienda Visanet ha inviato una nota in data
30 ottobre 2006 alla Banca del Brasile, dove conferma che il valore di 73.8 milioni
di reais fu totalmente utilizzato in
pubblicità. La Banca del Brasile in risposta alla Visanet (17.11.2006),
conferma che “con le pubblicità svolte,
gli obiettivi della Visanet (di promuovere il marchio Visa), di
fatto, sono stati realizzati. A questo proposi to,
c’è stato un incremento nell’ordine del 149%
e 137% nel volume e fatturazione,
rispettivamente, delle carte di credito emesse dalla Banca del Brasile con il
marchio Visa.”. (Questi
documenti sono all’interno del processo)
Come prova definitiva, le campagne pubblicitarie, che sono state realizzate
per promuovere le carte di credito marchio Visa (Ourocard/Visa), sono state viste
da milioni di brasiliani (le prove fiscali e molte fotografie delle
campagne pubblicitarie sono agli atti del processo).
Perché il Supremo Tribunale Federale, la Corte suprema del Brasile, ha considerato Pizzolato responsabile dei pagamenti in denaro dell'azienda privata Visanet se i documenti dimostrano che erano altri i dirigenti, di un'altra direzione della Banca, responsabili di questa funzione?
Perchè Pizzolato è stato acusato e
condannato per la sottrazione di 73.8 milioni di reais se le aziende - Banco do Brasil e Visanet - non hanno mai reclamato nessuna deviazione
di questo denaro e, invece, queste
aziende hanno confermato che tutto i soldi sono stati utilizzati in pubblicità?
Le gravi “incongruenze” processuali rafforzano il convincimento di un giudizio nel
quale la figura di Pizzolato è stata strumentalmente coinvolta solo per
dimostrare o rafforzare la fondatezza dell’ipotesi
accusatoria, cioè che i reati sono stati commessi
con denaro pubblico e con la complicità di un funzionario del Banco do Brasi l politicamente “vicino” al Partito dei Lavoratori (PT) dei politici accusati. Pizzolato era un rappresentante sindacale.
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