Questa è una frase che ho trovato su Facebook.
In Brasile non c'è la parola
"malagiustizia". In Brasile la malagiustizia esiste....
Il fatalismo contenuto nella frase "domani
potrebbe succedere a te" mi colpisce molto. O meglio, colpisce molto
Henrique, perché ha sperimentato quanto sia vera. Nessuno può dirsi sicuro di non
essere la “prossima vittima” della malagiustizia.
Ma cos’è la "malagiustizia"?
Non posso rispondere per tutti coloro che in
questo mondo sono vittime della malagiustizia, ma so rispondere per il caso di
Henrique.
La malagiustizia - nel processo in cui
Henrique è stato condannato in Brasile - inizia da un procuratore che “sceglie”
e discrimina le persone da accusare secondo un criterio politico. Nella
denuncia il procuratore sostiene: "Henrique
Pizzolato ha rapporti profondi con il Partito dei lavoratori, ragione per la quale ha partecipato al
reato di peculato".
La “ragione” utilizzata dal procuratore
per incriminare Pizzolato non è confermata dai fatti, né dalle prove o dai documenti
del processo.
Secondo il
procuratore – Pubblico Ministero (PM) – e i giudici della Corte Suprema che lo hanno
condannato, Pizzolato ha deviato denaro dalla Visanet, considerato denaro
pubblico, che dovrebbe essere utilizzato per le campagne pubblicitarie delle
carte di credito del marchio Visa. Il Pubblico Ministero (PM) e i giudici hanno
ritenuto che la pubblicità non fosse stata fatta e che il denaro fosse nelle
mani del Partito dei lavoratori (PT) per essere distribuito ai politici.
I documenti dimostrano al contrario che
Pizzolato non avrebbe potuto commettere il reato di peculato secondo la tesi del
PM perché: 1) il denaro non era pubblico ma apparteneva a una società privata
chiamata Visanet; 2) Pizzolato non era responsabile dell'amministrazione di
questo denaro, che era sotto la responsabilità di altri dirigenti della Banca del
Brasile; 3) le due società – Visanet e Banca del
Brasile – confermano che il denaro è stato correttamente utilizzato per il suo
scopo originario – ovvero il marketing del marchio VISA (vedi i documenti della Banca del Brasile).
Nella denuncia contro Pizzolato presentata
dal PM si legge "Ci sono altri
coinvolti", riferendosi agli altri dirigenti della Banca del Brasile.
Ma inspiegabilmente, il PM decide che questi "altri" sarebbero stati indagati in un altro processo. Così Pizzolato
è stato denunciato dal PM alla Corte Suprema brasiliana – tribunale speciale
chiamato a giudicare i politici e gli uomini di governo, come il presidente, i
ministri e i parlamentari durante l’esercizio della loro funzione. Pizzolato non
ha mai occupato nessuna di queste posizioni, ma, pur essendo un cittadino
comune, è stato processato e giudicato direttamente da questa Corte - tribunale
che non permette che l'imputato, in caso di condanna, possa mettere in
discussione la sentenza. Vale a dire che la persona giudicata direttamente dalla
Corte suprema non ha alcun diritto di fare ricorso.
Il PM, nella denuncia, raccontando i fatti
attribuiti a Pizzolato, ha dichiarato: "Ci sono altri coinvolti, la cui condotta sarà indagata nel foro
adatto". Così il PM ha fatto una scelta totalmente discrezionale nel
decidere che Pizzolato dovesse essere processato dalla Corte Suprema e che gli
"altri", citati dal PM come coinvolti negli stessi fatti, dovessero
essere indagati da un altro tribunale di primo grado. Probabilmente questa discriminazione
è stata fatta perché gli "altri" non avevano rapporti con il Partito
dei lavoratori (PT).
Il PM ha denunciato Henrique senza aspettare
i risultati delle indagini.
La polizia
federale che indagava il caso, ha presentato una perizia (vedi la relazione) che dimostra come Pizzolato non avesse il
potere di disporre del denaro della società Visanet: non era Pizzolato che
amministrava il denaro della Visanet.
Il PM e il giudice incaricato della
procedura, a conoscenza di questa perizia, hanno deciso di nascondere questo documento
in un altro fascicolo, diverso da quello di cui gli altri imputati e l'avvocato
di Pizzolato erano a conoscenza. Il giudice ha secretato questo fascicolo, che
lui stesso ha chiamato “parallelo” e non ha permesso all’avvocato di Pizzolato
e a nessuno degli altri soggetti in causa di avere accesso a questa perizia e ad
altri documenti che avrebbero potuto essere aggiunti alle abbondanti prove documentali
e testimoniali dell’innocenza di Pizzolato.
L'elenco delle assurdità giuridiche che in
Brasile si sono verificate in questa procedura, nota con il nome di
"mensalao", è molto ampia ed è ben conosciuta da molti avvocati e
giuristi brasiliani.
È terribile per un innocente, in possesso
di tutte le prove documentali in grado di dimostrare la sua innocenza, urlare "io
non ho fatto quello che mi state accusando di aver fatto!” a un tribunale che
non vuole ascoltare, né vedere. È terribile per un innocente che viene accusato
di fatti che non ha compiuto sapere che il giudice che ha guidato il processo ha
nascosto le prove in suo favore in un fascicolo parallelo "perché altrimenti (il processo) non avrebbe mai fine”.
Un giudizio teletrasmesso, dove gli
spettatori hanno soltanto potuto sentire i giudici, senza avere accesso alle
prove! Un giudizio mediatico, dove le grandi aziende dei media brasiliani, note
per le posizioni politiche contrarie ai governanti di sinistra, hanno spinto
per una forma estensiva della condanna di tutti gli imputati, perché molti
interessi politici ed economici erano in gioco.
La pressione è stata così violenta che uno
dei giudici ha detto di aver deciso con "la pistola puntata alla
tempia" e nel giudizio ha “letto” l’opposto di ciò che era contenuto in un
documento per poter condannare Henrique.
È molto triste quando i pubblici ministeri
e i giudici sono sottoposti alle pressioni dei media e dei politici e non
riescono a operare quella giustizia che dovrebbe essere loro compito
raggiungere.
È molto triste quando la malagiustizia è esercitata
contro le persone in carne e ossa.
La frase che ho trovato su Facebook:
"malagiustizia – domani potrebbe
succedere a te" è purtroppo molto reale. È sucesso a Henrique e ha
colpito le nostre vite e le vite delle nostre famiglie.
Andrea Haas
Henrique Pizzolato, cittadino italobrasiliano,è stato arrestato a Modena nel
febbraio del 2014. Si trova tuttora nel carcere di questa città in attesa che
il Ministro della Giustizia italiano decida sulla richiesta d’estradizione
presentata dal Brasile.
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