È di qualche giorno fa la richiesta di 21 senatori – tra cui il Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti umani del Senato – al ministro Orlando di rifiutare la richiesta di estradizione di Henrique Pizzolato avanzata dal Brasile. La posizione dei senatori è motivata dal principio che l’Italia non può acconsentire che un suo cittadino sconti la pena in un Paese le cui carceri non soddisfino i requisiti di rispetto della dignità della persona, secondo quanto affermato da varie organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International.
Aldo Di
Biagio, Senatore di Area Popolare eletto nella ripartizione estera Europa, uno
dei firmatari insieme al sen. Luigi Manconi, spiega che ha sottoscrito questa
interrogazione perché interpreta il suo mandato parlamentare proprio con lo
spirito “della difesa degli interessi del
mio Paese e dei miei connazionali.”
Il
Senatore Di Biagio, in un articolo pubblicato il 10 aprile, scrive
"Mi sento di intervenire nel
dibattito che si è aperto a seguito della pubblicazione della lettera dell'on.
Bueno, circa l'opportunità o meno di favorire l'estradizione del nostro
connazionale Henrique Pizzolato”, riferendosi a una lunga lettera inviata
l'8 aprile al ministro della Giustizia Andrea Orlando dalla deputata eletta
all’estero, Renata Bueno, proprio per chiedere che Pizzolato venga consegnato
alle autorità brasiliane.La discussione circa la posizione della On. Bueno, che sta generando indignazione, è dovuta alle sue contraddittorie posizione "politiche", perché lei stessa, nel 2013, ha chiesto ai parlamentari italiani l'approvazione urgente della ratifica di un trattato fra Brasile e Italia che permette ai cittadini italiani, in carcere in Brasile, la possibilità di chiedere il trasferimento per scontare la pena in territorio italiano, nei penitenziari italiani, perché, argomenta la Bueno, “le condizioni carcerarie dei nostri cittadini (italiani) nei penitenziari brasiliani sono intollerabili e offensive per la dignità dell’essere umano”. Bueno prosegue: ”le autorità penitenziarie brasiliane sottomettono i detenuti a umiliazioni e a condizioni di vita che violano i principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e violano diritti umani sottoscritti in convenzioni e trattati internazionali.” (Vedi qui il documento)
Alcuni
colleghi parlamentari della Bueno giustamente non comprendono perché la stessa
persona che si sta battendo per l’introduzione di una legge garantista che
protegga i cittadini italiani dalle tremende condizioni carcerarie del Brasile sia così
indaffarata a convincere il Governo italiano a concedere l’estradizione di
Henrique Pizzolato, cittadino italo-brasiliano, affinché sconti la pena nelle
carceri brasiliane, che lei stessa descrive come “intollerabili e offensive per la dignità dell’essere umano”.
Intanto
sul caso interviene anche l'avvocato Walter Petruzziello, consigliere del Brasile nel CGIE - Consiglio
Generale degli italiani all’estero - e in merito alla suddetta interrogazione
scrive ai senatori una lettera molto chiara, nella quale fra le altre cose
sostiene che in effetti la condizione che si vive nelle carceri brasiliane è “disumana”. E poi commenta le mosse di
Renata Bueno: “vi posso assicurare che la
posizione dell’On. Bueno Renata, residente proprio nella mia circoscrizione
(in Brasile), in favore dell’estradizione
(di Pizzolato) è una posizione per farsi
citare nei mass media locali.” L'avvocato Petruzziello sta mettendo in
guardia il Governo italiano sul rischio che l’Onorevole Bueno stia trattando il
caso Pizzolato come un “affare” in grado di procurarle fama e vantaggi
personali (in termini di carriera politica). Lei stessa ha dichiarato al
Parlamento italiano, riferendosi al caso dell'estradizione di Pizzolato, che "questa è l’ora di fare lobby". È l’ora
cioè di fare affari sulla pelle di una essere umano.
Il
Senatore Di Biagio nel suo articolo cita anche il caso di Cesare Battisti, che il
presidente del Brasile ha deciso di non estradare e afferma che “nonostante esista un accordo
bilaterale in tema di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica
federativa del Brasile, è evidente come lo stesso non funzioni.” Il
senatore fa un parallelo tra i due casi: Battisti “è stato ritenuto colpevole, da più di 90 giudici, di quattro omicidi”,
invece “Pizzolato, cittadino comune, è
stato giudicato da una corte speciale, il cui giudizio non é appellabile, non
potendo così godere del doppio grado di giudizio”.
Purtroppo la brasiliana Renata Bueno, una parlamentare che per la posizione che ricopre - una politica che "partecipa
alla formazione delle leggi" - dovrebbe conoscere molto bene l’ordinamento giuridico,
nel caso di Pizzolato preferisce ignorare quelle leggi che garantiscono i
diritti minimi di difesa di qualsiasi cittadino (brasiliano, italiano o di
qualsiasi altro Paese aderente alle convenzioni internazionali a tutela dei
diritti dell'uomo): il diritto ad un giudice naturale e precostituito, il
diritto ad un doppio grado di giudizio, il diritto ad un giudice imparziale.
Purtroppo le incoerenze e contraddizioni della brasiliana e deputata in Italia Renata
Eitelwein Bueno fanno si che nei cittadini aumenti la sfiducia nei politici –
quei politici opportunisti che si presentano come difensori dei diritti umani
per guadagnare voti, ma che nell’esercizio del potere se ne dimenticano e
negoziano e vendono la vita delle persone in cambio di fama, vantaggi personali
e un discutibile “successo”.
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