E’ in corso in Italia il procedimento
estradizionale di Henrique Pizzolato, cittadino italobrasiliano.
Il 12 febbraio 2015, la Corte di
Casssazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello che aveva negato l`estradizione riconoscendo la
validità di molte risultanze delle organizzazioni per i diritti umani in merito
alle disumane condizioni in cui versano le carceri brasiliane e all’assenza di
garanzie per la sicurezza di Pizzolato e dei suoi famigliari.
Non è comprensibile la ragione per la
quale la Corte di Cassazione ha deciso di concedere l'estradizione di Pizzolato,
perché le autorità brasiliane non sono in grado di garantire né la sua sicurezza, né di nessun detenuto nelle carceri
brasiliane.
Il Ministro della
Giustizia brasiliano ha dichiarato pubblicamente che “abbiamo un sistema
penitenziario medioevale che viola i diritti umani“ e che “preferirebbe morire
piuttosto che scontare la pena per anni in un penitenziario brasiliano”.
Anno 2013 - Complesso Penitenziario
di Pedrinhas (‘stato’ di
Maranhão)
Nel 2013, è stata presentata
una denuncia alla CIDU (Commissione Interamericana di Diritti Umani dell'OEA),
richiedendo allo Stato brasiliano di proteggere la vita
e l’integrità personale dei detenuti nel Complesso Penitenziario di
Pedrinhas.
La CIDU ha disposto che
misure urgenti fossero adottate dal Brasile per evitare morti e danni all’integrità
fisica dei detenuti.
Dopo la tragedia, un sopralluogo effettuato dal giudice Martins del CNJ (Consiglio Nazionale di Giustizia – organo presieduto dal presidente della Corte suprema brasiliana), presenta altresì ulteriori immagini girate dai detenuti all'interno del carcere di Pedrinhas. La relazione presentata dal magistrato parla di almeno 60 omicidi avvenuti nella prigione nel corso del 2013, principalmente a causa di contese tra i detenuti appartenenti a diverse fazioni e riferisce di stupri e abusi sessuali compiuti sia nei confronti dei detenuti, che a danno delle donne recatesi in vi
Nel novembre 2014, la Corte
interamericana diritti umani (Corte IDU) interviene sul caso, perché la misura
che era stata adottata dal ministro della giustizia brasiliano (invio dell’esercito)
ha peggiorato la crisi nella prigione, producendo più violenze e decessi. La
Corte IDU ha imposto al Brasile di adottare misure per migliorare le condizione
carcerarie e evitare morti.
Tra gennaio del 2014 e marzo 2015, altri 22 detenuti
sono stati uccisi nel Complesso penitenziario di Pedrinhas.
Anno 2014 - Carcere di Eunápolis (‘stato’ di Bahia)
Anno 2014 - Carcere Agricola São João
di Itamaracá (‘stato’ di
Pernambuco)
14.02.2014 Due
detenuti morti e otto feriti in ribellione nella prigione agricola di
Itamaracá che ha una capacità di 650 detenuti, ma ne ospita 1.870. Una protesta
contro l'amministrazione del carcere.
Anno 2014 - Carcere de Lavínia (‘stato” São Paulo)
25.02.2014 Due
detenuti morti nel Carcere di Lavínia (P1 e P2). “Il medico legale ha attestato le morti da cause indeterminate",
dice il comunicato della Segreteria dell'Amministrazione Carceraria (SAP) di
São Paolo. Entrambe le carceri sono sovraffollate. Ognuno ha una capacità di 844
detenuti. Ma oggi, nella P-1 vi sono 1.913 detenuti e nella P-2 1.753 uomini,
secondo i dati disponibili sul sito SAP.
Anno 2014 - Unidade Prigionale di
Parintins (‘stato’ di
Amazonas)
01.09.2014 Un detenuto
è stato decapitato in una rivolta nel carcere di Parintins. La testa del
detenuto fu lanciata dal muro della prigione. Pochi minuti dopo, la mano del
detenuto morto è stata lanciata dallo stesso luogo. I detenuti si lamentano del
sovraffollamento.
Anno 2014 - Carcere di Bento Gonçalves
(‘stato’ di Rio Grande do
Sul)
Anno 2014 - Prigione di Campestre e
Prigione di Juiz di Fora (‘stato’ di Minas Gerais)
25.08.2014 Ribelione.
8 detenuti feriti, 1 morto.
27.08.2014 Ribelione.
23 detenuti feriti.
Anno 2014 Carcere di
Cascavel (‘stato’ di Paraná)
24.08.2014
Ribellione. Cinque morti. Due detenuti decapitati, altri due scaraventati dal
tetto del carcere, due agenti presi in ostaggio dai prigionieri e 25 feriti.
Così viene descritto il
sistema carcerario nel rapporto che presenta i dati sulle carceri brasiliane presentato dal Pubblico Ministero, cioè dal Procuratore Generale della
Repubblica.
Tra le altre informazioni,
il rapporto presenta i numeri dei detenuti uccisi , feriti, con lesioni corporali:
Altri dati segnalano che
nel 70% delle carceri visitate non ci sono procedure per prevenire la
diffusione di malattie. In 1.243 (circa il 78%) non separano i primi arresti
dai recidivi. In 1.089 locali (68%), non c’è separazione in base alla
pericolosità o al delitto commesso, in 1.043 (65%) i detenuti non sono separati
in considerazione dell’appartenenza ad associazioni criminali (gangs).
Anno 2014 - Carcere Papuda del Distretto Federale (`stato`
Distretto Federale)
25.01.2014 La Commissione dei Diritti Umani dell'Ordine
degli Avvocati del Distretto Federale del Brasile (OAB/DF) ha fatto una visita nel
Complesso Carcerario di Papuda. I principali problemi riscontrati sono il sovraffollamento,
struttur in cattive condizioni, celle
senza luce, senza ventilazione, problemi di salute a causa della mala qualità
del cibo, mancanza di guardie carcerarie. Il segretario generale della
Commissione, Paulo Henrique Abreu, ha anche denunciato la mancanza di assistenza medica e
odontoiatrica "c’è solo una
squadra per tutta la prigione. I prigionieri sono confinati, sentendo un sacco
di dolore e incapace di avere un trattamento decente."
20.08.2014 Secondo
l'Ufficio di pubblica sicurezza (Secretaria de Segurança Pública), il Carcere
di Papuda ha 6.400 posti occupati da 12.000 detenuti.
13.07.2014 Un detenuto è stato ucciso dopo essere
stato aggredito all'interno di una cella nel centro di detenzione provvisoria
della prigione di Papuda.
22.08.2014 Un detenuto
è stato ucciso da un altro detenuto che lo ha accoltellato con 12 colpi sul
viso e sul petto nella zona comune di ricreazione dell Complesso Carcerario di
Papuda. Secondo la Polizia Civile, l'arma usata nel crimine è stata fatta a
mano all'interno del carcere.
30.08.2014 Un
detenuto è morto fulminato a seguito di una riparazione al sistema elettrico
effetuata dal detenuto nella propria cella. Era un sabato, giorno in cui non
c’era nessuno medico nel penitenziario, come accade nel periodo notturno e nei
fine settimana.
La Presidente del Brasile,
Dilma Rousseff, il 26 settembre 2014 in un’intervista in cui le veniva chiesto del sistema
penitenziario brasiliano, ha affermato:
Stato di Santa Catarina – Prigione di Joinville
18.01.2013 TORTURA: le immagini diffuse dalle telecamere di
sorveglianza all'interno della Prigione di Joinville (stato di Santa Catarina) hanno registrato una
serie di aggressioni sui detenuti praticate dagli agenti di polizia
carceraria. video Joinville
Stato di Santa Catarina – Prigione di São Pedro de Alcântara
07.11.2012 Tortura e
ribelione. I detenuti sono stati torturati dall’amministratore e dagli agenti di polizia carceraria. Le torture
sono state riprese dai detenuti il 7 novembre 2012. In questo stesso giorno è avvenuta
una ribellione. Le torture sono state denunciate dall’avvocato di uno dei
detenuti. Il 13 novembre, il pubblico ministero ed il giudice di sorveglianza
hanno visitato questo penitenziario e hanno trovato 62 detenuti feriti per le
aggressioni e le torture senza
assistenza medica:
Nel 2009, gli agenti
penitenziari hanno torturato detenuti nella prigione di São Pedro di Pedro
Alcântara (‘stato’ di Santa Catarina). Le scene sono state registrate in un video. Il detenuto Miguel Monteiro
Bassi è stato torturato ed annegato nella tazza del bagno dagli agenti di
polizia penitenziaria, ha trascorso quattro giorni senza cure mediche ed è poi
deceduto. video S. P. Alcântara
Nel 2014 i detenuti del
Penitenziario di São Pedro de Alcântara hanno consegnato una lettera (datata 11/07/2014) al giudice di sorveglianza,
Alexandra Lorenzi da Silva.
Nella
lettera sono “riportati i problemi generali e le cattive condizioni
nell'unità, come la mancanza di un'infrastruttura sanitaria e d’igiene, la malnutrizione
e anche le denunce che gli agenti di polizia penitenziaria che sono stati
denunciati in passato per la tortura praticata contro i detenuti continuano ad
operare nello stesso posto.”
In una nota pubblica
rilasciata dal giudice, la stessa ha dichiarato che: “i problemi nel complesso penitenziario dello Stato (Santa Catarina)
realmente sono esistenti.”
Il Brasile è firmatario di trattati
e convenzioni internazionali che garantiscono i diritti umani, tra cui la Convenzione
(CAT) "contro la tortura e trattamenti crudeli, inumani e
degradanti", ma in pratica tali diritti non esistono per i detenuti nelle
carceri brasiliane.
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